Febbraio 2013, ore 17:00 di un sabato pomeriggio: squilla il telefono...è Aldo, un amico di vecchia data. Scalpitante di gioia mi annuncia di avere finalmente trovato la moto dei suoi sogni, e mi chiede di assisterlo nella compravendita, poichè trattandosi di un usato, vuole assolutamente evitare di essere bidonato.
Mosso dalla tipica astinenza invernale, ma soprattutto da una certa curiosità nei confronti del "ferro" in questione, una Moto Guzzi V7 Stone del 2012, accetto immediatamente - e con grande entusiasmo - l’invito. E' un'occasione imperdibile per uscire dall'esilio domestico ed accumulare un centinaio di chilometri in sella alla attraente instant classic di Mandello del Lario.Via verso Reggio Calabria dunque, in treno e bardati di tutto punto come un bikers provetti.
Al nostro arrivo in concessionaria, la moto, con soli 800 km all’attivo erà lì, in bella mostra, completamente intonza e perfetta in ogni dettaglio. Premetto che non sono un amante delle moto classiche, tantomeno delle Guzzi, ma il mio interesse per questo modello è cresciuto di pari passo con l'attenzione che il pubblico di ogni età ha rivolto al mezzo in questione.
E così alla nuova V7, va il merito di aver riavvicinato i giovani ad una categoria un po’ dimenticata, oscurata in questi ultimi dieci anni dal boom delle naked e delle esagerate supersportive.
DESIGN
Lo stile essenziale ma curato della Moto Guzzi V7, si rifà alla mitica V7 Sport degli anni settanta. La livrea in nero ruvido accentua ancor più il concetto "nuda e cruda", mentre particolari cromati come gli scarichi, le maniglie passeggero, e il bordo del faro - tutti di ottima qualità -, conferiscono alla moto un "pizzico" di eleganza. I cerchi a sei razze, da 18" all'anteriore e da 17" al posteriore, sono anch'essi di colore nero opaco, gradevoli alla vista in quanto accentuano il dualismo modern-classic.
La strumentazione è composta da due elementi circolari analogici: il tachimetro e il contagiri, rispettivamente a destra e a sinistra. Entrambi sono valorizzati da un bordo circolare cromato. Nel primo trova spazio un piccolo display con le funzioni di contachilometri totale e parziale, mentre nel secondo vi è un comodo indicatore della temperatura atmosferica e l’orologio. Un pò duretti da azionare i due pulsanti di selezione e reset delle funzioni, inoltre non mi sarebbe dispiaciuto trovare un utile indicatore del livello benzina.
MOTORE
Il bicilindrico a V di 90° 4 tempi, 4 valvole (2 per cilindro), raffreddato ad aria ed alimentato tramite un unico corpo farfallato Magneti Marelli MIU3G da 38 mm di diametro, è in grado di erogare la potenza massima di 50 CV a 6200 giri, mentre la coppia massima disponibile, si attesta sui 60 Nm a soli 2800 giri.
Buono il primo valore, ottimo il secondo. Entrambi sono stati ottenuti riprogettando il 70% dei componenti del motore, che adesso promette maggiore spunto sul misto stretto, mantenendo tuttavia bassi i consumi di carburante. Questi, unitamente al serbatoio della benzina maggiorato (22 litri), fanno si che l'autonomia massima si attesti intorno ai 500 km. La trasmissione finale a cardano fa il resto, abbattendo i costi di manutenzione (la casa dichiara cambi olio ogni 10.000 km).
FRENI E SOSPENSIONI
Ricordo di avere già provato una V7 in occasione del demo ride Aprilia/Moto Guzzi del 2008. L’esemplare da me testato in quell'occasione, mi aveva sorpreso per la frenata poco efficace, ma in questa occasione mi sono dovuto ricredere. Il disco anteriore da 320mm di diametro è morso da una pinza Brembo a 4 pistoncini differenziati e contrapposti, quest’ultima è collegata a una pompa di tipo assiale tramite tubazioni aeronautiche che rendono più potente la frenata, grazie ad una maggiore pressione nel circuito. C'è più "mordente" dunque.
Al posteriore invece una pinza flottante a due pistoncini, morde un disco singolo da 260mm di diametro.
Le sospensioni sono di tipo tradizionale, la forcella telescopica idraulica ha diamentro di 40 mm, escursione di 130 mm ed è priva di regolazioni, mentre la coppia di ammortizzatori posteriori hanno una corsa utile di 118 mm e sono regolabili nel solo precarico.
IMPRESSIONI DI GUIDA
Appena ho adagiato le chiappe sulla morbida sella di questa V7 Stone, ne ho avvertino all'istante l’indole cittadina. Forse perchè sono ormai abituato alla posizione da film per adulti tipica delle supersportive di ultima generazione. Busto eretto, sella ampia, pedane basse e serbatoio stretto, sono alcuni accorgimenti che rendono piacevole cavalcare la Moto Guzzi V7. La moto offre comfort e spazio tanto al pilota quanto al passeggero: quest'ultimo viene ospitato al meglio a bordo e può contare, oltre che su un’ampia porzione di sella, su due comode maniglie laterali e sulla classica cinghia trasversale in simil pelle.
Il manubrio è posto alla giusta altezza e ad una distanza ottimale dal busto del guidatore, così da favorire una postura rilassata e il miglior controllo possibile della moto. I blocchetti elettrici sono robusti e di ottima fattura, mentre le leve del freno anteriore e della frizione, nonostante i 7300 euro che occorrono per portare la Stone a casa, non sono purtroppo regolabili.
I comandi trasmettono il giusto feeling al guidatore, i poggiapiedi gommati sono comodi, tuttavia per azionare il freno posteriore avrei preferito un pedale con una superficie di contatto più ampia. In Guzzi hanno invece replicato a specchio la leva utilizzata per il cambio. La frizione, dotata di classico comando a cavo, non è eccessivamente pesante da azionare, ed è tarata bene.
Il bicilindrico Guzzi nel primissimo range di utilizzo, ovvero 2.000-2.500 giri/min, si è rivelato un po’ scorbutico. Un comportamento forse dovuto al rodaggio - non ancora ultimato - su questo esemplare, o l’iniezione elettronica tarata in maniera un pò grossolana. Fatto sta che gli strattoni - frequenti e poderosi - non mi hanno permesso di guidare in maniera fluida, sopratutto alle andature tipicamente cittadine, ed in presenza code. Penso tuttavia che tale comportamento sia risolvibile con una adeguata messa a punto del sistema di alimentazione.
Le vibrazioni, sono una nota dolente: confesso che all’inizio può sembrare divertente, ma a lungo andare ci si stanca. Immaginate di dover percorrere 100 km di autostrada seduti su un martello pneumatico...beh magari la V7 non è proprio paragonabile al nervoso attrezzo perforatore, ma una volta scesi dalla moto proverete una bella sensazione di sollievo. Dai 2.300 giri in su il motore diventa più corposo, regolare, e prevedibile nel comportamento.
I due cilindri non intralciano durante la guida, ma scaldano abbastanza ed essendo molto vicini alle ginocchia, possono provocare delle scottature soprattutto in estate se si è abituati a guidare in pantaloncini.
La moto ha il grande vantaggio di essere ben bilanciata e leggera (179 kg), caratteristiche che, unitamente all’altezza della sella contenuta in 785 mm (nel punto più basso) e all'ampia sterzata, rendono la V7 piacevole anche nell'utilizzo in città. Il cambio è morbido, preciso, rapido negli innesti e silenzioso...un capolavoro !
In movimento la Guzzi si è rivelata equilibrata, onesta nel comportamento dinamico, prevedibile. L’impianto frenante è idoneo al tipo di moto, modulabile ma allo stesso tempo potente quando si tirano le leve. In alcune frenate repentine le pinze hanno reagito immediatamente alla pressione della leva e nonostante il maggior peso dato dal trasporto del passeggero, la moto si è fermata in poco spazio, senza peraltro scomporsi. Il merito di questo buon comportamento dinamico è certamente anche della solida forcella istallata su questa V7 Stone. Quest'ultima assorbe bene le buche e anche nel pavè non entra in crisi. I due ammortizzatori posteriori sono invece un pò cedevoli, come se mancassero di freno idraulico, una caratteristica che si avverte maggiormente sul pavè cittadino, ove nell'utilizzo in coppia è meglio aumentare il precarico per evitare di arrivare frequentemente al fondocorsa.
I silenziatori svolgono il loro lavoro in maniera egregia rendendo la V7 particolarmente silenziosa a qualsiasi andatura. Gli amanti delle personalizzazzioni potranno contare su numerosi accessori come borse, pedane rialzate, ammortizzatori a gas, componenti alleggeriti e scarichi aperti per adeguare la V7 Stone alle loro esigenze.
Cosa mi è piaciuto
Posizione di guida | peso ridotto | consumi ridotti | costi di gestione bassi
Cosa non mi è piaciuto
Erogazione ai bassi regimi | vibrazioni eccessive | teste dei cilindri molto vicine alle ginocchia dei guidatori alti oltre 1.70 mt
Inconvenienti riscontrati
Nessuno
Accedi o registrati al sito per scrivere e pubblicare i tuoi commenti.