La Suzuki GSX-R 750 m.y. 1985 rappresenta oggi un importante tassello nella storia mondiale della motocicletta. Essa non fu la prima race replica che il pubblico potè guidare su strada. Il primato, secondo molti, appartiene infatti alle BSA della fine del 1950, in quanto già dotate di semimanubri, freni alettati, serbatoio lucidato e motori dal peso contenuto.
Alla capostipite della famigerata famiglia "GIXER" viene però attribuito il primato di "prima moto giapponese prodotta in serie, derivata quasi interamente dalle corse". Scopriamone insieme la tecnica...
La Suzuki GSX-R750 debuttò sul mercato con un pacchetto tecnico del tutto inedito che le conferiva un DNA prettamente racing, a differenza di quanto invece commercializzato dagli altri produttori nipponici. Moto come la Honda VFR 750, la Kawasaki GPz 750 e la Yamaha FZ 750, il cui potenziale era certamente alto, necessitavano di costose modifiche per potersi esprimere al meglio fra i cordoli, poichè si trattava pur sempre di modelli stradali (sport touring).
MOTORE LEGGERO
Il cuore della GSX-R 750 del 1985 era un quattro cilindri in linea da 750cc, accreditato - in configurazione stradale - di una potenza massima di 100 cavalli. Era tuttavia possibile incrementare di ben 30 CV tale valore, acquistando ed installando l'apposito kit racing fornito dalla stessa Suzuki.
Progettato per essere il più leggero e compatto possibile, il propulsore nipponico era alimentato da un "quartetto" di carburatori Mikuni da 29 mm e raffreddato tramite il sistema "SACS" (Suzuki Advanced Cooling System). Invece di usare acqua e refrigerante per portar via calore, Suzuki usava olio, che veniva opportunamente raffreddato da un radiatore collocato dietro la ruota anteriore. Grazie al largo uso di alluminio e magnesio, il motore pesava solo 73 Kg - un valore di tutto rispetto per l'epoca - contribuendo dunque a ridurre il peso complessivo della moto (176 Kg a secco).
TELAIO SCATOLATO IN ALLUMINIO
La GSX-R750 del 1985 è stata la prima moto prodotta in serie a beneficiare di un telaio in alluminio scatolato di derivazione racing. Denominato "MR-ALBOX", pesava solo 8 kg. Rispetto ad altre sportive di dimensioni simili la GSX-R 750, pesava circa il 20% in meno, risultato che conferiva alla moto un eccellente rapporto peso-potenza.
FRENATA DA PRIMATO
La GSX-R 750 era equipaggiata con un due pinze freno anteriori a quattro pistoncini, ognuna delle quali mordeva un disco da 300 mm di diametro, forato. Il freno posteriore impiegava invece una pinza a due pistoncini. Tale dotazione si rivelò subito efficace, tant'è che al debutto la GSX-R750 impressionò per gli spazi di arresto particolarmente ridotti.
Anche la carenatura era un pò diversa rispetto alle concorrenti, il motore era ben celato mentre il cupolino relativamente alto offriva una buona protezione aerodinamica. Il manubrio basso e le pedane leggermente arretrate e rialzate conferivano al pilota una posizione racing ma non troppo estrema, il tutto favoriva un elevato feeling nella guida sportiva a discapito del comfort che rimaneva scarso. La GSX-R 750 85/87 poteva raggiungere angoli di piega di ben 55 gradi, un record per l'epoca.
I PROBLEMI DI GIOVENTU'
Ironia della sorte, proprio quei componenti che avevano reso la moto così leggera e maneggevole, ben presto cominciarono a causare problemi sui primi esemplari. I motori mostrarono una certa fragilità nell'uso in pista, mentre il telaio in alluminio fletteva più di analoghe strutture realizzate in acciaio. Entrambe le questioni vennero prontamente affrontate dalle aziende aftermarket, e Suzuki continuò ad evolvere la motocicletta con miglioramenti annuali che via via ne migliorarono le prestazioni e la guidabilità in generale.
La prima generazione di GSX-R fu prodotta fino al 1987 per poi cedere il posto al nuovo modello, arrivato sul mercato nel 1988 con significative modifiche a motore, telaio e carrozzeria. Ulteriori evoluzioni riguardarono il nuovo raffreddamento a liquido; il sistema di alimentazione ram air, che aumentò la potenza alle alte velocità; il telaio, più rigido per migliorare la guida, e l'iniezione digitale che migliorava la risposta del motore in un'ampia varietà di condizioni.
Esemplari in ottimo stato della GSX-R 750 87/87, abbelliscono oggi alcune importanti mostre di settore e i salotti degli appassionati. Non è difficile inoltre avvistare questa splendida motocicletta sulle nostre strade, spesso in occasione di raduni dedicati alle moto d'epoca.
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